Psicologia
Buona Pasquetta a tutti, carissimi! 💙🥰
Una delle mie più grandi passioni è scrivere, non solo poesie ispirazionali, bensì anche piccole storie, favolette e testi di vario genere. Sono anni che mi dedico anche a questa attività ed infatti avevo anche spazi online dedicati, in passato.
La scrittura è un’arte da riscoprire e valorizzare specialmente in questo momento storico-culturale, fatto spesso di fretta e contenuti rapidi ai quali siamo tutti sottoposti.
Scrivere ci mette a contatto con noi stessi, incoraggia anche “il fanciullino” che è in noi, come direbbe Pascoli, a meravigliarsi ancora del mondo che ci circonda proprio come fanno i bambini, dai quali abbiamo tanto da imparare.
Scrivere è comunicare, e comunicare è vita.
Questa è una piccola storia, dalle venature lievemente poetiche.
Con essa ho voluto sottolineare il fatto che è solo il valore dell’umiltà che può renderci realmente felici. Il termine “umiltà” ha una valenza positiva, significa che dovremmo tutti riscoprirci realmente come “esseri umani” accomunati da un solo desiderio, quello della felicità.
E per raggiungerla non possiamo far altro che spogliarci di tutti i nostri “egoismi” e delle “sovrastrutture mentali” che potrebbero attanagliarci.
Per essere felici, a volte, basta poco. Il girasole protagonista della mia favola ha compreso proprio questo. Rendersi umili è l’unica via per raggiungere i nostri desideri. Inoltre, la contemplazione della natura è essa stessa felicità.
Il fiore della luna
C’era una volta un magnifico girasole solitario.
I suoi colori erano differenti da quelli dei suoi compagni fiori. Essi erano vividi, caldi, brillanti. Era come se il girasole brillasse di luce propria, una luce abbagliante tale da donargli quelle calde ed insolite sfumature.
Eppure il girasole era sempre solitario e schivo. Gli altri fiori del campo non comprendevano il perché. Si chiedevano come un girasole così regale potesse essere così triste.
-Cos’è che ti manca? – Chiedevano i suoi compagni fiori, ogni dì.
Il girasole non rispondeva poiché era certo che nessuno potesse comprenderlo.
Un giorno il Dio Sole, intenerito dalla tristezza di quel bel fiore, chiese, rivolgendosi direttamente a lui:
-Girasole, come posso aiutarti? Chiedi ciò che vuoi e ti esaudirò, affinché tu sia felice.
Ed il fiore rispose:
-Vorrei vedere la luna. Ogni notte noi girasoli cadiamo in un sonno profondo e quindi io stesso non sono più in grado di osservare questa meraviglia della natura. Appena sorge, lì, all’orizzonte, faccio appena in tempo a scorgerla. La mia gioia è tale che non so descriverla. Ma Madre Natura ci addormenta subito e ci risveglia al sorger del Sole, che seguiamo con lo sguardo fin dalla notte dei tempi.
Il Dio sole guardò ancora più intenerito il fiorellino e si pronunciò:
-Per far ciò che vorresti devi perdere la tua regalità. Solo quando diverrai il più umile dei fiori, godrai della compagnia della luna. Il bel fiore, sorridente esclamò: -“Lo faccio con gioia! ”
E così il buon Dio Sole trasformò il girasole in una pianta di “fiori della luna”, la quale sboccia solo di notte. Grazie alla compagnia della luna, la stessa pianta si rinvigorì sempre più. Era finalmente felice!
La luna lo illuminava con i suoi candidi raggi e, quello che una volta era un girasole, regale, maestoso ed imponente è oggi una umile piantina. Splendida nella sua semplicità e bagnata da una polvere fatata piena d’ armonia.
Nota: Il fiore della luna esiste davvero e lo conosciamo tutti col nome popolare di “Campanelle”! Si chiama in realtà Ipomea ed è una specie che sboccia di notte. E’ la pianta che vedete qui a lato, nello specifico questa è l’ipomea bianca!
Alla prossima, un abbraccio a tutti da Grazia
Buon Venerdì Santo, carissimi amici e lettori del blog !💗
Siamo in Primavera, la stagione della rinascita, la stagione in cui la Terra si risveglia dal suo torpore e canta il suo grido gioioso a tutte le creature. Tutto intorno a noi è gioia, tutto è colore, tutto è armonia.
C’è luce, la quale rappresenta il preludio di una vita nuova, della vita che “rinasce”,
per l’appunto.
La luce, quella vera, illumina e non abbaglia, è bene ricordare questa sottile ma importante differenza. Non è effimera, non si nutre di apparenze, bensì di vera sostanza.
Luce è vita, luce è calore, luce è colore, anche. Luce è poesia d’incanto. Che questa primavera sia lieve per tutti, che risvegli in ognuno di noi quella scintilla d’amore per il Creato e che ci ricordi quanto siamo fortunati.
Che ci insegni ad apprezzare ciò che abbiamo ed a dargli valore. Perchè la serenità non ha prezzo.
Ma ha valore, per l’appunto. Un valore inestimabile.
Al prossimo post, carissimi, vi abbraccio forte!
Ciao ciao da Grazia!
Buon pomeriggio a tutti, amici! 🎄
In questo post farò una mia personale riflessione su quello che, a mio avviso, dovrebbe portarci il Natale…
Il Natale è la festa più attesa dell’anno eppure, discorsi retorici a parte, sta diventando sempre più la festa del consumismo e dell’apparenza. Siamo sempre più attratti dalle luci, dai colori (bellissimi, per carità…) e sempre meno dalla vera Luce, la quale è l’unica che riesce a dare un vero senso alle nostre esistenze.
La Luce, quella che viene del Santo Bambino di Betlemme, porta all’interiorità, al silenzio, alla meditazione, al rispetto reciproco, alla pace…ci conduce verso la riscoperta di valori e tradizioni che sembrano ormai arcaiche, ma che oggi, più che mai, dovrebbero essere messe al centro delle nostre vite.
Non a caso, la vera Luce viene indicata da un’altra grande luce, la Stella Cometa. Essa, come sappiamo, è una sorta di “bussola” per i Magi adoranti. Ma cosa dovrebbe rappresentare ancora oggi, per noi, la Santa Cometa?
A mio avviso, la Cometa (che è la luce divina) è la vera strada che porta all’unica e vera fonte di felicità, quella grazie alla quale non ci sentiamo più soli e per cui tutto acquista un senso profondo, per chi lo cerca davvero. Mi chiedo… si può festeggiare senza il “festeggiato”? Senza il Bambino divino non ci può essere il vero Natale. Quello delle vetrine e delle decorazioni, sicuramente. Ma il Vero Natale no.
Auguro ad ognuno di voi (credenti o meno) che possiate trovare la vostra “luce”, la vostra strada in un momento in cui il mondo sembra proprio essersi dimenticato della divinità, che non è “superstizione” o “roba da Medioevo” (quella non è vera fede, ovviamente), bensì un valore da riscoprire in un’ottica anche moderna, nuova, viva.
Vi lascio con un bellissimo canto natalizio (reinterpretato da molti artisti) scoperto tramite l’ascolto di una radio natalizia (radiosantaclaus.com)…. e, come dice questa melodia…
What Child is this?
Versione di Josh Groban
Traduzione di questa antica melodia
che steso a riposare
Sul grembo di Maria sta dormendo?
Che gli angeli salutano con inni di gioia
Mentre i pastori vegliano?Questo, questo è Cristo il re
Che i pastori vegliano
E gli angeli cantano,
affrettatevi, affrettatevi a lodarlo,Il Pargoletto, il figlio di Maria
Quindi portategli incenso, oro e mirra
Vieni contadino, re a conoscerlo;
Il Re dei Re porta la salvezza
Lascia che il cuore amorevole lo intronino
Alza, alza una canzone al cielo
Sua madre canta una ninna nanna
Gioia, gioia per la nascita di Cristo
Auguri a tutti, amici, ancora serene festività a voi ed alle vostre famiglie!
Un caro abbraccio…ciao ciao da Grazia !