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Ciao a tutti amici del Taccuino! 📚

Quest’oggi inauguriamo le categorie “diritto” e “storia” rispolverando qualche piccolo concetto presente nella mia tesi di laurea in Scienze Giuridiche (ho la laurea triennale più quella magistrale in Giurisprudenza) dal titolo “I longobardi tra diritto, tradizioni e strategie politiche. L’eredità longobarda a Benevento: gli statuti del 1202 e 1441“.

Prometto di non annoiarvi, anzi! Ho sempre amato la storia ed in particolare la vita pratica e quotidiana delle varie civiltà, non le noiose battaglie che possiamo trovare su tutti i libri di storia…in questa tesi di Laurea mi sono chiesta come si comportassero dal punto di vista giuridico i longobardi ed ora lascerò qualche appunto qui nel mio Taccuino (la prima parte)

Breve premessa

Siamo nel 568 d.C. ed i Longobardi, una popolazione di origine germanica, arrivarono nella Pianura Padana guidati dal Re Alboino: si tratta di una vera e propria migrazione di circa 100.000 uomini. Essi arrivarono in Italia poichè scappavano da un altro popolo germanico probabilmente più forte di loro, gli Avari. Sono molto lenti, all’inizio, hanno donne, bambini e anziani con loro, ma in poco tempo arrivarono a conquistare l’Italia poichè la trovarono molto indebolita da altre guerre che la stessa aveva dovuto subire (in particolare con gli Ostrogoti). La conquista dei Longobardi in Italia è un po’ disorganizzata e a “macchia di leopardo”. Al nord si forma la Longobardia, la cui capitale è Pavia, al sud ci sono ducati importanti come quello di Spoleto e Benevento (la mia bellissima e medievale città dove i Longobardi hanno lasciato testimonianze artistiche e culturali come la meravigliosa “Chiesa di Santa Sofia“(click per visualizzare la foto e click qui per leggere l’approfondimento in pdf realizzato dal Liceo Rummo della mia città) e il Museo del Sannio (click per la foto esterna). I longobardi erano ovviamente pagani ma con il tempo si convertirono al cattolicesimo.

Come si comportavano i Longobardi dal punto di vista giuridico?

All’inizio i longobardi adottavano norme consuetudinarie chiamate Cawarfidae, norme giuridiche orali trasmesse da padre in figlio e da nonno a nipote, mentre il primo e più importante esempio di codice scritto è l’Editto di Rotari del 643 d.C., il quale è composto da 388 articoli e scritto in latino, la lingua dei vinti. In esso si trovano varie branche del diritto, da quello provato a quello penale, passando per il diritto di famiglia e per specifiche norme di procedura civile e penale.

Sono di fondamentale importanza, per questo motivo, gli istituti giuridici contenuti all’interno di questo editto, grazie ai quali si riesce a comprendere la concezione del diritto di questa popolazione antica.

I longobardi, al contrario di quello che si potrebbe credere, non amavano l’applicazione della pena capitale.

Essa era riservata solo per particolari tipi di reati come il “regicidio” (uccisione del re). Grazie all’editto di Rotari venne di fatto bandito il ricorso alla faida (cioè la vendetta di famiglia) obbligatoria per vendicare determinati tipi di reati e venne introdotto il cosiddetto guidrigildo, cioè una pena pecuniaria.

Anche per i reati gravi, come l’uccisione di un uomo libero, i Longobardi preferivano l’applicazione di questo tipo di pena invece che quella “capitale”. Tale pena pecuniaria variava in relazione all’entità del danno ed anche al “valore sociale” della persona e della sua famiglia.

Una suprema procedura giudiziaria era chiamata “ordalia“, di fondamentale importanza poichè il processo aveva lo scopo NON di accertare la verità, bensì di ripristinare la pace sociale.

Per questo motivo nel corso di un processo l’imputato veniva considerato colpevole o innocente a seconda dell’esito di una determinata prova fisica di sopportazione (es. una su tutte, la prova dei carboni ardenti…l’imputato camminava sui carboni e se non riportava ferite era considerato innocente) oppure in seguito all’esito di un duello giudiziario.

Quando i Longobardi si convertirono al Cattolicesimo essi credevano, infatti, che l’esito di queste prove era stabilito direttamente da Dio. Il termine “ordalia” significa, infatti, giudizio di Dio. Secondo questa arcaica e assurda credenza era la divinità stessa a manifestarsi concretamente all’interno del processo e Dio stesso non avrebbe mai permesso che un innocente fosse condannato.

Il sovrano Liutprando condannò queste pratiche nelle sue leggi, in particolare nella legge numero 118, anche se non potè vietarle poichè era una consuetudine per il popolo ricorrere al loro utilizzo.

Per ora mi fermo qui ma c’è molto altro da aggiungere e lo farò in un prossimo post (la seconda parte!!!)

Spero sia stato di vostro gradimento il racconto dal punto di vista storico-giuridico dei Longobardi (la prima parte, come vi accennavo!). E voi? Qual è la vostra epoca storica preferita? Raccontatemelo nei commenti!

Un abbraccio forte da Grazia…ciao!!

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10 risposte a Rispolverando la tesi: il diritto dei Longobardi (prima parte)

  • bellissimo post l’ho letto insieme a mio figlio e gli e’ piaciuto tanto complimenti

    • Ciao Giusyna, grazie mille davvero di cuore a te ed a tuo figlio, un grosso abbraccio ad entrambi 💕💕💕

  • rieccomi! è bellisismo ti ho dato il voto anche se sono col protatile me la confermato quindi è andato a buon fine https://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_rose.gifhttps://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_rose.gifhttps://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_heart.gifhttps://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_heart.gif

  • rieccomi! scsua volevo dire col portatile ma visot che non lo prendo tutti i giornihttps://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_cool.gif non ci sono abituata e quindi fa un po’ di casinetti https://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_rose.gifhttps://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_heart.gif

  • I longobardi seppure erano barbari e pagani si sono evoluti e hanno mostrato di saper governare città sia al nord che al sud con leggi e norme non dittatoriali .Col tempo si sono convertiti al cattolicesimo e la collaborazione con la chiesa è diventata ancor più proficua..Nella città di Benevento ci sono ancora parte delle mura e delle porte per entrare in città che ci ricordano del glorioso periodo che hanno dominato.https://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gifhttps://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_good.gifhttps://iltaccuinodigrazia.altervista.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_bye.gif

    • Concordo in pieno…si, Benevento è ricchissima di antichi reperti Longobardi, è un piccolo gioiello medievale! Grazie al prossimo commento!

  • Non conoscevo tutta questa parte storica perché purtroppo a scuola ti fanno studiare solo le guerre. Una noia che non ti dico! Il testo è davvero molto interessante, tra l’altro scritto in un modo che non annoia.❤️

    • Grazie dei complimenti Enrica! Gentilissima davvero, mi fa piacere che il mio lavoro sia di tuo gradimento!

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Grazia, classe 1985, laurea in Giurisprudenza. Ho svariate passioni: amo scrivere poesie, filastrocche, storie, nonché bloggare, disegnare, creare siti, utilità digitali e tanto altro. Sono una persona solare e positiva. Mi impegno, nel mio piccolo, a portare gioia e positività in chi mi legge :)

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