Bentrovati, cari amici del Taccuino di Grazia!
Quest’oggi affronterò un argomento che riguarda sia la categoria della “scienza” che quella della “psicologia“. Parleremo in questo post, infatti, del “pensiero scientifico“. Avete mai sentito questa espressione? No? Bhè, se ne volete sapere di più, proseguite nella lettura del post! ☺
Il pensiero scientifico è la capacità delle persone di formulare idee e rappresentazioni mentali in modo razionale ed obiettivo. Questo tipo di “modalità di pensiero” si distingue, infatti, dai pensieri quotidiani.
Ma che cos’è, innanzitutto, la scienza?
“Essa è un insieme di tecniche e metodi che consentono di organizzare le conoscenze sulla struttura dei fatti oggettivi e accessibili ai diversi osservatori”.
Partiamo dalla differenza che intercorre tra i verbi “guardare” ed “osservare“. Lo scienziato non si limita a guardare la realtà, bensì pone l’attenzione su di essa, la osserva, per l’appunto, raccoglie dei dati e delle informazioni e formula alla fine la sua “tesi” scientifica, dimostrata dai fatti, per l’appunto.
Il metodo scientifico viene definito, per questo, empirico.
Partendo da questo presupposto, possiamo affermare che il pensiero scientifico parte da osservazioni ed esperienze che generano DOMANDE, o anche “dubbi di metodo“. Quando la persona si pone queste domande mentali sviluppa un “sistema di verifica” che approva questi dubbi o li elimina. Questo metodo di verifica si basa, quindi, sull’esperienza e sulla misurazione.
Un po’ di storia
Nell’antichità prevaleva il pensiero magico o mitologico in cui l’uomo trovava le soluzioni ai grandi interrogativi pensando all’azione degli dei o della natura, mentre nel Medioevo ci si spiegava le cose attribuendole esclusivamente alla volontà di Dio.
Grazie ai progressi delle leggi di Newton e Galilei, si cominciarono ad aprire gli orizzonti di un tipo di pensiero più razionale che spiega i fenomeni della natura attribuendoli e leggi “indissolubili” in cui Dio non può intervenire.
Grazie a Cartesio ed al suo lavoro “Il discorso sul metodo“, possiamo dire che vi è stato l’inizio del pensiero scientifico della cultura contemporanea, la quale pone l’uomo e la sua “ragione” al centro.
In concreto…
Un esempio che rende bene l’idea di “pensiero scientifico” è che quando piove non si pensa più, ad es., ad un dio che piange, ma al dimostrato “ciclo dell’acqua”, fatto di evaporazione, condensazione e precipitazione.
Il pensiero scientifico contemporaneo è quindi quello fatto di ordine e razionalità. Chiaramente, il pensiero quotidiano è un misto di pensiero”scientifico” e “magico”, nel senso che alcuni aspetti della vita o anche quelli religiosi non possono e non debbono essere spiegati con la ragione.
La fede, ad es, non può essere razionalità , come non lo possono essere neanche i sentimenti umani, o meglio, non può essere razionale la “spiegazione” degli stessi.
Le sue caratteristiche e altro…
Il pensiero scientifico ha queste caratteristiche: è reale, analitico, trascendente (non muore mai e non passa di moda), è preciso, ma soprattutto VERIFICABILE.
Tra pensiero scientifico e “magico” ci dovrebbe essere un equilibrio, come sosteneva Albert Einstein, secondo cui:
La scienza senza religione è zoppa e la religione senza scienza è cieca.
Questo tipo di pensiero si è concretamente manifestato nell’arte, nell’oralità, nella scrittura ed in tutte le forme di comunicazione ed espressione umana. Ad esempio, i graffiti preistorici di Altamira (Googlare per vederli ) di circa 40.000 anni fa sono una delle manifestazioni delle capacità artistiche dell’Homo Sapiens, ma anche la manifestazione delle sue capacità di elaborare un pensiero astratto.
Così, ancora, Mozart, che nel 1784 ascoltò il canto dello storno (un uccellino) che aveva in casa e ne trascrisse la melodia.
In conclusione
Concludendo, pensiero scientifico, arte, cultura in generale e scrittura sono tutte modalità con cui l’uomo rappresenta la realtà e la interpreta, spiegandosela.
Sta a noi trovare quello che gli antichi chiamavano “il giusto mezzo“, un equilibrio tra le varie modalità di pensiero e le capacità di espressione artistica, creativa e culturale.
E voi, avete una particolare “modalità di pensiero” che adottate prevalentemente? Fatemi sapere nei commenti!
Un abbraccio a tutti, ed al prossimo post!!!
Ciao da Grazia
Il giusto mezzo di Aristotele è uno dei miei principi filosofici preferiti, sebbene nella vita non lo segua quanto dovrei.
Difatti, le mezze misure non fanno per me, e tendo ad essere fin troppo determinata, nel bene e nel male.
Con questo post mi hai fatta tornare indietro nel tempo, al biennio del liceo scientifico. 😉
Buon fine settimana.
Ciao Claudia e grazie di aver commentato! Già, il “giusto mezzo” sarebbe l’ideale. Ma noi siamo fatti anche di “istintività” e di altre “variabili”, diciamo così. E sai cosa ti dico? Meglio così! Un abbraccio e buon fine settimana anche a te!
Io mi lascio trascinare dall’umore… ahahahah! A volte sono razionale, altre “romantica” quindi non ho una direzione precisa in cui guardare… vado un po’ come una ubriaca barcollante! xD
Carissima,sei troppo simpatica!! Mi hai fatto sorridere…e comunque è anche questo il bello! L’essere sempre e comunque se stessi, senza nessun ” filtro”, ne maschera. Io apprezzo moltissimo le persone così! Un grosso abbraccio e grazie di essere ripassata a commentare.<3
Di certo in gioventù ero molto più istintiva e diretta, con gli anni ho imparato ad ascoltare molto e ad avere un pensiero a trecentosessanta gradi prima di formulare un pensiero. Ciao grazia e buona domenica.
sinforosa
Hai ragione Sinforosa, crescendo si impara ad equilibrare istintività e ragione…o almeno ci si prova! Grazie del commento, un abbraccio e buona domenica
Il giusto mezzo mi riporta ad Aristotele e ai miei studi di filosofia del liceo. Mi piaceva molto la filosofia. Personalmente sono una persona molto razionale, credo nella scienza e nella sua verità incontrovertibile, però da persona che scrive poesie, devo pure ammettere che abbiamo bisogno di emozioni e “magia” per tener in vita la nostra anima. Quindi sono d’accordo, ci deve essere un giusto equilibrio. Complimenti per il blog, molto interessante e versatile. Buona giornata.
Ciao Caterina e benvenuta nel mio blog! Concordo con te, dovremmo tenere sempre a mente il principio del “giusto mezzo” di Aristotele. Credo sia proprio questa l’importanza del pensiero filosofico, ancora oggi. Ti ringrazio dei complimenti, di cuore ❤️
Il principio del giusto mezzo è quasi una regola che mi aiuta a convivere serenamente con la razionalità della vita pratica e frenetica con quella da sognatrice immaginaria .
Difficile farle convivere queste due ,sono sempre in gara ogni volta e vincono ognuna in giorni diversi ma quando riesco a farle arrivare insieme per me è una grande soddisfazione.
Ecco io le chiamerei le “Olimpiadi del giusto mezzo”.
Un abbraccio;)
Le ” olimpiadi del giusto mezzo”…fantastica espressione con la quale hai espresso benissimo il concetto! Grazie del tuo prezioso contributo, carissima! Abbraccio a te :)