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Scienza

Salve a tutti, amici del sito! ❤

In questi giorni sto aggiungendo nel mio profilo Facebook personale (link nella colonna laterale) tutti i miei nuovi disegni e quadretti su legno: andate a dare una occhiata, mi raccomando!

Ma eccoci tornati con i consueti aggiornamenti del sito, stavolta inerenti un argomento di nutrizione e salute.

Tutti noi sappiamo quanto sia rigenerante una sana tazzina di caffè ma, spesso, viene suggerito di alternare la tanto beneamata bevanda con del caffè decaffeinato, in modo da poterne consumare una maggior quantità senza correre alcun rischio. Fin qui tutto bene.

Ma sappiamo scegliere un decaffeinato di qualità?

I caffè decaffeinati, infatti, sembrano tutti uguali, eppure non è così! Partiamo dal fatto che, come è noto, il processo di decaffeinizzazione consiste nel privare la tanto salutare bevanda della caffeina, sostanza che, comunque, se presa nelle giuste dosi, ha persino effetti antidepressivi, oltre che anti-stanchezza.

Questo processo di privazione della caffeina può però avvenire, in maniera industriale, in tanti modi. Ciò a cui bisogna prestare attenzione è che sulla confezione del caffè sia riportata la dicitura “decaffeinato con metodo naturale“.

Questa voce consente di capire che tale processo è avvenuto senza alcun ausilio di sostanze chimiche, come, in genere, il tricloroetilene il cloroformio o il benzene! 

Tutte queste sostanze sono dei solventi, i quali, si, riescono ad estrarre la caffeina dai chicchi di caffè, ma, in compenso, lascio immaginare i possibili effetti sul nostro organismo!

Onde evitare di immettere nel nostro corpo queste sostanze potenzialmente tossiche, come dicevo, bisogna sempre scegliere un tipo di decaffeinato che utilizzi un metodo naturale di estrazione della caffeina, il quale può avvenire o attraverso l’utilizzo di anidride carbonica, oppure tramite un metodo un po’ più raro, ovvero tramite della semplice acqua, un metodo sicuramente più costoso.

Ma l’anidride carbonica è il metodo più utilizzato e comunque altamente sicuro e naturale!

Per approfondire i metodi di decaffeinizzazione, si puo leggere questo articolo, il quale spiega nel dettaglio il tutto, in particolare come avviene il processo di estrazione della caffeina.

Spero che questo articolo sia stato di vostro gradimento e, che, come al solito, vi sia stato utile.

Vi aspetto al prossimo post e nel frattempo un abbraccio a tutti!

Ciao ciao da Grazia!!

 

Ben ritrovati a tutti amici del Taccuino! 😘

Oggi aggiorniamo la categoria “scienza” e  “filosofia” parlando del Positivismo.

Il positivismo fu un movimento filosofico diffusosi in Francia nella prima metà dell’ottocento. Quest’ultimo proponeva l‘esaltazione della ragione e della scienza in contrapposizione al Romanticismo il quale, al contrario, esaltava il sentimento dell’uomo in ogni sua forma.

I positivisti si proponevano di studiare la realtà secondo la scienza basandosi sul principio di causa-effetto.

Cos’è il principio di causa-effetto?

Il principio di causa-effetto è una correlazione tra due fenomeni per cui il secondo, l’effetto, è prodotto dal primo, la causa.

In maniera semplice, avete presente il cosiddetto “effetto domino“? Se cade la prima tessera, che rappresenta la causa, cadranno le altre per effetto della caduta della prima. Questi studiosi, inoltre, ritenevano che persino l’uomo ed i suoi comportamenti potessero essere studiati secondo la scienza, nella maniera più obiettiva possibile.

Cos’è la scienza?

Leggiamo la definizione che ne da la Treccani…

La scienza è l’insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati.

La scienza, quindi, a differenza delle altre discipline, è basata sull’empirismo, cioè sulla raccolta dei dati (dopo l’osservazione) e la verifica delle proprie teorie in maniera obiettiva e razionale.

E come si farebbe, secondo i positivisti a studiare il comportamento dell’uomo in maniera razionale e obiettiva? Secondo questi scienziati e letterati ciò sarebbe possibile mettendo l’uomo in rapporto alla famiglia, alla società in cui vive ed al momento storico in cui egli si ritrova.

Ed è quello che ancora oggi affermano le scienze umane (psicologia, sociologia, pedagogia…). Sono scienze, per l’appunto, dimostrabili attraverso studi ed esperimenti.

Il metodo scientifico, come vi accennavo, si fonda proprio sull’esperimento e si pone l’obiettivo di scoprire le leggi e i rapporti di causa-effetto che regolano i fenomeni naturali.

Secondo i positivisti, infatti, bisogna partire dal “dato di fatto” e dagli stessi “fatti” concreti, reali e dimostrabili. Per questo motivo, lo scienziato deve essere obiettivo e per nessuna ragione “fantasioso”. Ciò è giusto e doveroso, chiaramente.

Possiamo nominare il filosofo francese Auguste Comte, come l’iniziatore di questa corrente di pensiero. Quando si parla di Comte non si può non parlare delle origini della sociologia.

Cos’è la sociologia?

La sociologia è la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l’individuo e il gruppo sociale; un’altra definizione, più restrittiva, definisce la sociologia come lo studio scientifico della società. (fonte Wikipedia)

Comte considerava la sociologia come l’ultimo risultato di uno sviluppo di scienze, quali la biologia, la chimica, la fisica. Egli credeva che lo studio di tale disciplina avrebbe portato l’umanità ad uno stato di benessere, dato dalla comprensione e dalla conseguente capacità di controllo del comportamento umano.

Questa definizione è importante, ad ogni modo, voi cosa ne pensate, in generale?

Amate la scienza o preferite le altre discipline “umanistiche”? Personalmente ritengo che la “virtù sta nel mezzo“, come direbbe Aristotele, la scienza, a mio avviso, è fondamentale ed in particolar modo la ricerca scientifica ci ha permesso di sconfiggere o curare malattie impensabili fino a qualche anno fa, d’altro canto anche le discipline umanistiche sono importantissime poichè stimolano il ragionamento ed insegnano a “pensare” con la propria testa, a farsi una propria idea senza condizionamenti.

Aspetto i vostri pensieri, considerazioni, preferenze nei commenti…

Per questo post è tutto, alla prossima, un grande abbraccio da Grazia

Bentrovati, cari amici del Taccuino di Grazia!

Quest’oggi affronterò un argomento che riguarda sia la categoria della “scienza” che quella della “psicologia“. Parleremo in questo post, infatti, del “pensiero scientifico“. Avete mai sentito questa espressione? No? Bhè, se ne volete sapere di più, proseguite nella lettura del post! ☺

Il pensiero scientifico  è la capacità  delle persone di formulare idee e rappresentazioni mentali in modo razionale ed obiettivo. Questo tipo di “modalità di pensiero” si distingue, infatti, dai pensieri quotidiani.

Ma che cos’è, innanzitutto, la scienza?

“Essa è un insieme di tecniche e metodi che consentono di organizzare le conoscenze sulla struttura dei fatti oggettivi e accessibili ai diversi osservatori”.

Partiamo dalla differenza che intercorre tra i verbi “guardare” ed “osservare“. Lo scienziato non si limita a guardare la realtà, bensì pone l’attenzione su di essa, la osserva, per l’appunto, raccoglie dei dati e delle informazioni e formula alla fine la sua “tesi” scientifica, dimostrata dai fatti, per l’appunto.

Il metodo scientifico viene definito, per questo, empirico.

Partendo da questo presupposto, possiamo affermare che il pensiero scientifico parte da osservazioni ed esperienze che generano DOMANDE, o anche “dubbi di metodo“. Quando la persona si pone queste domande mentali sviluppa un “sistema di verifica” che approva questi dubbi o li elimina. Questo metodo di verifica si basa, quindi, sull’esperienza e sulla misurazione.

Un po’ di storia

Nell’antichità prevaleva il pensiero magico o mitologico in cui l’uomo trovava le soluzioni ai grandi interrogativi pensando all’azione degli dei o della natura, mentre nel Medioevo ci si spiegava le cose attribuendole esclusivamente alla volontà di Dio.

Grazie ai progressi delle leggi di Newton e Galilei, si cominciarono ad aprire gli orizzonti di un tipo di pensiero più razionale che spiega i fenomeni della natura attribuendoli e leggi  “indissolubili” in cui Dio non può intervenire.

Grazie a Cartesio ed al suo lavoro “Il discorso sul metodo“, possiamo dire che vi è stato l’inizio del pensiero scientifico della cultura contemporanea, la quale pone l’uomo e la sua “ragione” al centro.

In concreto…

Un esempio che rende bene l’idea di “pensiero scientifico” è che quando piove non si pensa più, ad es., ad un dio che piange, ma al dimostrato “ciclo dell’acqua”, fatto di evaporazione, condensazione e precipitazione.

Il pensiero scientifico contemporaneo è quindi quello fatto di ordine e razionalità. Chiaramente, il pensiero quotidiano è un misto di pensiero”scientifico” e “magico”, nel senso che alcuni aspetti della vita o anche quelli religiosi non possono e non debbono essere spiegati con la ragione.

La fede, ad es, non può essere razionalità , come non lo possono essere neanche i sentimenti umani, o meglio, non può essere razionale la “spiegazione” degli stessi.

Le sue caratteristiche e altro…

Il pensiero scientifico ha queste caratteristiche: è reale, analitico, trascendente (non muore mai e non passa di moda), è preciso, ma soprattutto VERIFICABILE.

Tra pensiero scientifico e “magico” ci dovrebbe essere un equilibrio, come sosteneva Albert Einstein, secondo cui:

La scienza senza religione è zoppa e la religione senza scienza è cieca.

Questo tipo di pensiero si è concretamente manifestato nell’arte, nell’oralità, nella scrittura ed in tutte le forme di comunicazione ed espressione umana. Ad esempio, i graffiti preistorici di Altamira (Googlare per vederli ) di circa 40.000 anni fa sono una delle manifestazioni delle capacità artistiche dell’Homo Sapiens, ma anche la manifestazione delle sue capacità di elaborare un pensiero astratto.

Così, ancora, Mozart, che nel 1784 ascoltò il canto dello storno (un uccellino) che aveva in casa e ne trascrisse la melodia.

In conclusione

Concludendo, pensiero scientifico, arte, cultura in generale e scrittura sono tutte modalità con cui l’uomo rappresenta la realtà e la interpreta, spiegandosela.

Sta a noi trovare quello che gli antichi chiamavano “il giusto mezzo“, un equilibrio tra le varie modalità di pensiero e le capacità di espressione artistica, creativa e culturale.

E voi, avete una particolare “modalità di pensiero” che adottate prevalentemente? Fatemi sapere nei commenti!

Un abbraccio a tutti, ed al prossimo post!!!

Ciao da Grazia

 

Sono Grazia, classe 1985, laureata in Giurisprudenza. Ho svariate passioni…Amo scrivere poesie, filastrocche, storie, nonché bloggare, disegnare, creare siti, utilità digitali e tanto altro. Sono una persona solare e positiva. Mi impegno, nel mio piccolo, a portare gioia e positività in chi mi legge :)

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